Diario segreto di una influencer: una storia High Concept

Non avrei mai pensato che un giorno avrei scritto una recensione di un racconto scritto da una influencer.

Questo perché la mia opinione riguardo i cosiddettti “influencer” è che non contribuiscano granché all’evoluzione della nostra civiltà. Penso alle top influencer tipo Charli D’Amelio che su Tik Tok ha 76.8 milioni di followers o Addison Rae che ne ha 54 milioni.  Se guardate i loro video vi renderete conto che le loro performance sono una specie di pantomima, perché in pratica queste ragazze si limitano a “mimare” delle canzoni in sottofondo non proprio ballando ma accennando delle mosse sguaiate.  In verità credo che la celebrazione di questa pantomima con milioni di persone che guardano i loro video in tutto il pianeta, sia una perfetta metafora o meglio una perfetta rappresentazione della condizione umana attuale, in cui l’essere umano che ha in sé un potenziale divino, ha rinunciato a cimentarsi in grandi azioni creative che lo elevino verso l’alto e giace curvo su se stesso mimando canzonette e agitandosi in modo grottesco.

Per questo motivo non mi sarei mai nemmeno sognato di scrivere una recensione su una loro iniziativa, figurarsi su una storia scritta da una di loro.

E invece l’ho fatto. “Mai dire mai” dice il detto, che  guarda caso è anche una delle rivelazioni tematiche di questo diario.  Quello che voglio dire è che il pregiudizio è sempre una prigione che ci costruiamo da soli e dalla quale poi facciamo fatica a uscire, anche quando è stato demolito. Questo accade perché non possiamo accettare il fatto che ci siamo sbagliati. La libertà passa attraverso gli errori,  perciò l’uomo veramente libero è libero di sbagliare.

Questa è una lezione che ho imparato dopo avere letto “Diario segreto di una influencer“, un racconto di Olivia Onetti, che con questa pubblicazione dimostra che non tutti gli influencer soffrono di disagio mentale.

Soprattutto questo libro dimostra che l’autrice non ha nulla da imparare su come si struttura una Storia con la “S” maiuscola: una storia High Concept.

Questo racconto, che si colloca nel genere Coming of age, nonostante il contesto sia quello degli adolescenti e sia concentrato in appena 80 pagine, è il racconto giovanile  più avvincente e coinvolgente che io abbia letto negli ultimi anni.

La protagonista narra la sua storia in prima persona e l’atteggiamento del narratore è quello di chi  non vuole omettere niente di quanto gli succede. L’autenticità di quanto raccontato è il primo elemento narrativo che colpisce chi legge. Non ci sono filtri, mediazioni, retropensieri o non detto. L’autrice confessa tutto, raccontandoci le sue emozioni più profonde, in un processo di autoconsapevolezza che ricorda quello di Zeno Cosini, il quale su consiglio del Dottor S. ha deciso di scrivere le memorie della sua vita come metodo terapeutico.

Il diario segreto di una influencer è un po’ come la Coscienza di Zeno, l’autrice si confida con il diario senza omettere nulla, quindi stiamo parlando di una scrittrice che non ci inganna, il che è la prima scriminante che caratterizza una storia degna di questo nome. L’autrice rivela al lettore i suoi desideri e le sue paure incontrollabili, a confermarci che nella vita non c’è niente che possiamo controllare ed è giusto che sia così. Infatti nel racconto l’autrice stessa ci confida della sua incapacità totale di gestire le forze invisibili dalle quali viene travolta, sbattuta tra la paura dell’addentrarsi nell’ignoto, del giudizio altrui e dall’altra il desiderio di affermare il proprio essere donna in un universo che sembra essere coalizzato contro di lei per farla fallire. Il conflitto è di quelli epici: giovane donna contro il mondo intero.

La struttura del racconto è un esempio di architettura narrativa in cui tutti gli elementi sono esattamente al loro posto e la storia “risuona” dentro chi legge, riuscendo ad evocare quegli stati d’animo adolescenziali che fisicamente sono definiti come “ormoni impazziti”, mentre in realtà si tratta di sentimenti che solo un adolescente può provare. Tuttavia, chiunque legga questo racconto, non importa l’età, nel momento in cui “entra” in questa storia si risveglia nel mood in cui viveva quando aveva sedici anni. Questa risonanza può essere creata solo se la storia possiede quegli elementi narrativi in grado di provocarla. Principalmente questo avviene grazie alla struttura del conflitto, sia quello interiore che quello “esterno”. Il bilanciamento tra i due elementi del racconto è strutturato e gestito magistralmente e l’effetto sul protagonista e di conseguenza su chi legge è ciò che io definisco “schiaffeggiamento”. In pratica la scrittrice prende a schiaffi chi legge sbalzandolo a destra e sinistra come in una partita di ping pong ma l’effetto finale è quello della totale immersione nella storia.

L’unico altro racconto dello stesso genere in grado di provocare una simile risonanza in chi legge è Il giovane Holden, in cui il conflitto è il vero protagonista della storia. Ovviamente il paragone è solo a livello di struttura ma devo riconoscere che l’orchestrazione del conflitto sopratutto quello interiore nel diario di Olivia Onetti è ciò che rende la storia coinvolgente. E anche se dal punto di vista formale non si raggiungono gli apici del giovane Holden, si tratta di più di un tentativo, perché la storia di Olivia Onetti riesce comunque a coinvolgere chiunque abbia avuto sedici anni.

L’arco della storia costituisce il vero punto di forza del racconto perché la protagonista è spinta all’avventura da una forza invisibile riconoscibile da chiunque sia stato adolescente, che rende inutile qualunque preoccupazione della scrittrice riguardo la sospensione dell’incredulità. Il lettore viene semplicemente travolto dal racconto di questa ragazza, in un climax più da thriller che da storia di adolescenti, che conduce ad un epilogo che definire inaspettato è  molto più di un eufemismo, perché ciò che sembra essere l’epilogo è in realtà l’inizio della vera storia.

E questo incide anche sull’arco di trasformazione della protagonista che è senz’altro la punta di diamante di questa grande storia perché dopo quello che il lettore si aspetta sia l’epilogo e che dovrebbe mettere la parola fine alle vicissitudini della ragazza e condurci alla risoluzione del conflitto, la protagonista viene letteralmente sparata in orbita a combattere contro forze a lei sconosciute che la faranno approdare nientemeno che ad un nuovo livello di coscienza.

Altro elemento strutturale di rilievo è il ritmo del racconto, che possiede una musicalità intrinseca e spontanea che accompagna il lettore per tutto il racconto.

In Italia è piuttosto raro leggere storie con un’architettura narrativa così complessa, questo perché, l’high concept, che è la formula della narrazione che negli USA è utilizzata sia in editoria che nella sceneggiatura, in Europa è stata sempre vista e  recepita come qualcosa di ostico dagli autori italiani ed europei e per questo motivo i bestseller e i blockbuster continuano ad essere dominio esclusivo degli americani.

Diario segreto di una influencer è una luce nel buio che tutti gli scrittori dovrebbero seguire.

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